La forza calma, cheta, quella descritta nei saggi guerrieri nell'antico lontano oriente. Questo il segreto di una vittoria schiacciante, impagabile, la vittoria del forte che non abbisogna di muovere neppure un dito per manifestare la propria autorità. Visi sereni, vesti bianche, occhi serafici, un dominio incontrastato di duemila anni contro la massa rabbiosa dei soliti isterici rossi antagonisti. E contro quei presunti luminari che per primi alzarono la voce contro la visita del Santo Padre, come se alla Sapienza ci fossero solo la facoltà di Genetica e medicina, e non tutto l'ampio e prestigioso parco di scienze umanistiche. Che sconfitta indecorosa per questo popolo di isteriche checchine, tutti compiacenti alle baronie dei dottoroni, chiusi nei loro muri di cannabis e saccenza arrogante. Se fosse stato il Dalai Lama, o magari qualche esotico Imam mediorientale a dover inaugurare l'anno accademico della Sapienza, sarebbero stati tutti lì, a tirarsi le seghe dalla gioia "come siamo interetnici, interculturali"...ma il Papa, sia mai! E al vaticano non ci hanno pensato due volte, dietrofront! Per trasformare una situazione imbarazzante in una trionfale, luminosa, vittoria d'immagine. Eppure me le vedo le zecchette, nelle loro buie stanze, o sui prati con i bonghi tutti contenti a cantare "Evviva, il Papa è stato cacciato, il fascista se ne è andato". Tutti fascisti per costoro, dal Berlusconi atlantico al Bertinotti che presenzia alla sfilata militare del 25 aprile...tempo fa con l’aiuto dello straniero se la sono sfangata, ma da ieri, vista la penosa figura di merda, anche
L’Ostile il Neopagano.