domenica 23 settembre 2007

Segnati dall'olocausto? Manco troppo...

Israele, lo scandalen dei pornofumetten hanni 60!
L'ufficiale delle SS passa in rassegna i prigionieri. Ordina ai reclusi di abbassarsi i pantaloni. Ha il frustino, gli stivali lucidi, la camicia sbottonata lascia intravedere i seni. Siamo nello Stalag 13. Ed è uno dei segreti che gli israeliani non amano resuscitare dalla polvere degli scaffali di libri usati. Una serie di fumetti pornografici, letti di nascosto da una generazione di adolescenti. Che per la prima volta, tra torture perverse e divise naziste, scoprono i disegni erotici, in una giovane nazione puritana. [...]«Le storie sono inventate, è tutta fiction — racconta Ari Libsker in un caffé di Tel Aviv —. Eppure un'intera generazione ha assorbito gli Stalag come parte della memoria collettiva sull'Olocausto. Non ci sono prigionieri ebrei, perché sarebbe stato troppo provocatorio. Ma è inevitabile il collegamento inconscio con la Shoah ».
[...] L'editore Ezra Narkis ammette che fu il processo ( il processo del 1961 ad Adolf Eichmann NdO ), con i dettagli dell'orrore raccontati dai testimoni, a trasformare i suoi libri in successo. «Le atrocità avrebbero dovuto essere sufficienti, senza aggiungere fiction», commenta Hanna Yablonka, docente di Storia all'università Ben-Gurion, al New York Times. Nel video, Libsker critica anche i libri di K. Tzetnik, pseudonimo di Yehiel Feiner De-Nur e un acronimo per i prigionieri dei campi di concentramento. «Gli studiosi hanno dimostrato che le sue opere morbose sono finzione letteraria eppure vengono assorbite dagli studenti israeliani come racconti storici. È assurdo che Primo Levi, invece, sia stato tradotto solo negli anni Ottanta. O Jean Amery, presentato per la prima volta otto anni fa».

Leggi tutto l'articolo su il Corriere.it oppure l'articolo originale ( solo inglese ), su il The new York Times.

Caro Mastella...qui c'è puzza di revisionismo...anzi forse anche qualche cosa in peggio. Ma come si può dire che buona parte della coscienza collettiva sull'olocausto per intere generazioni di Israelilani si sia formata sulla errata convinzione che pornospazzatura a fumetti ( per non parlare del filone naziporno cinematografico ), fosse cronaca di eventi realmente accaduti?...eppoi roba simile non girava mica solo in Israele...quindi? Dove si vorrebbe andare a parare? Qui qualcuno dubita! Qui qualcuno vorrebbe darci a bere che sull'olocausto si possono addirittura far passar per vere delle menzogne o, peggio ancora, della pura fantasia... Oipò! Mano ai ferri, tintillino le manette, volino le lettere di licenziamento, cadano le teste! Si comincia così e poi chissà fin dove si arriva... forse addirittura a sostenere che la storia sia stata manipolata, che lo sterminio è un mito , o che il diario di Anna Frank è un falso. Qualcuno oserebbe mai ardire di arrivare a sospettare di pensare che cose come quelle narrate nell'illustrazione dabbasso non accadessero realmente durante il malignoso Terzo Reich?


3 commenti:

nuovopatriota ha detto...

Debbo dire che una di codeste donne non mi spiacerebbe affatto...
;)

+nuovopatriota+
[l'esule politico che mazzia!]

Unknown ha detto...

...beh! Più che di concentramento alla fine si avrebbe un campo di svezzamento ;) Io mi farei subito prigioniero!!

Anonimo ha detto...

PORCELLONI!!!!!!!!!