mercoledì 30 gennaio 2008

SEMPRE PIU' MULTIETNICA LA FAMIGLIA ITALIANA! PEANA DI UN FALLIMENTO!

Pubblichiamo un articolo del Corriere di oggi dove si "analizza", ma forse dovremmo dire "incensa", il dato della crescente presenza di famiglie meticce in Italia. Non paghi di aver dato vita a una civiltà di vecchi a natalità zero, se ne vorrebbe anche la spallata finale andando a intaccare la linearità antropologica e culturale del Paese. L'articolo in questione è un vero e proprio peana, sbrodolante ottimismo, capace di mostrare anche gli aspetti negativi nella loro ottica migliore (con il ben noto utilizzo di un linguaggio artefatto e deviato, che è la neolingua di giornalisti e addetti al marketing). Perché, come diceva Iago nell'Otello "...è comprendosi dei profumi del paradiso che il diavolo tesse i suoi piani più diabolici".
Da il Corriere.it
I nipoti dei nostri figli parleranno due lingue senza doverle studiare, si
districheranno con scioltezza tra le sure del Corano e i libri dei Vangeli, trascorreranno un Natale al freddo e quello dopo al caldo, mangeranno d'abitudine salato a colazione e, per strada,(insomma un trionfo luminoso dove si passerà dalle Marloboro al Narghilé con scioltezza e ci si sentirà finalmente liberi di non usare il bidet, questo fastidioso vezzo tutt italiano NdO), non osserveranno più gli incroci interrazziali con occhi da pesci d'acquario perché loro stessi avranno radici frastagliate e profondissime (frastagliate di certo, profondissime non è ben chiaro come, non si capisce infatti dov'è che dovrebbero radicare tali radici NdO). Saranno, infatti, i figli dei figli di un matrimonio misto. L'Italia che si trasforma sotto la spinta propulsiva dei flussi migratori cambia il colore della sua pelle, la foggia dei suoi abiti, il sistema di valori in cui credere, le religioni da professare, il modo di mangiare e persino di innamorarsi (roba da niente insomma, come cambiarsi i lacci delle scarpe NdO). E in questo magma sociale incandescente e in continuo movimento (che eccitazione! che brivido! quasi un orgasmo NdO), le coppie miste (erano appena 58 mila nel 1991, superavano già le 200 mila unità nel 2005, ora crescono al ritmo di oltre 6 mila all'anno) sono fondamentali nel processo di trasformazione interetnica e interculturale del nostro Paese. Sebbene certi matrimoni finalizzati all'acquisto della cittadinanza siano di comodo e alimentino un vero e proprio mercato, l'Italia del futuro è qui e oggi (possiamo infatti ammirarla ogni giorno nel suo costante splendore, ovvero degrado NdO), leggibile in filigrana nella situazione attuale: un matrimonio su sette coinvolge ormai un cittadino straniero (ma solo il 20 per cento ha come protagoniste le donne italiane rispetto agli uomini), senza considerare le coppie di fatto, di difficile quantificazione.
Fin qui tutto rose e fiori certo...ma per darsi un alone di credibilità l'articolista pensa bene di far vedere anche qualche macchia in quest'osanna...ma niente paura, trovato il problema trovata la soluzione:

A rischio rottura
Quell'operoso laboratorio culturale (!?! NdO), chiamato coppia mista, però, per lo scontro tra identità cui dà spesso origine è anche un vulcano perennemente sull'orlo dell'eruzione. «Si discute e si litiga su come spendere i soldi, su come risparmiare, sui regali al partner e ai familiari, sulle vacanze, sull'educazione dei figli — continua la professoressa Tognetti —. Non è la religione, che pure incide, il principale elemento di rottura. È la quotidianità che porta ai grandi scontri e nasce dalla difficoltà di riposizionarsi continuamente nei ruoli di una famiglia atipica. Poi ci sono le diversità legate alla differenza di età e di livello d'istruzione. Ma il vero limite delle unioni miste è il fatto di essere ancora isolate dalla nostra società ». (Chiaro no? Le cose non funzionano al meglio ma non perché siano tarate loro, eh no! Colpa della società che li rifiuta, del limite di certa gentaglia che si ostina a resistere al fantastrabiliantoso mondo multietnico di nuovo millennio. Perché quando si tratta di neri, musulmani, cinesi, interlpoluzioni e interazioni etnico culturali, più diversità si hanno e meglio è...però quando si tratta di opinioni e modelli di vita, vade retro!, una ce n'è e una sola deve essere NdO).
Il valore percentuale dei divorzi misti e delle separazioni miste si aggira intorno all'80%, con tendenza nettamente più elevata al divorzio: una coppia interraziale su tre, in pratica, si spezza e il tasso di divorzio è circa il doppio di quello italiano (cioé, in pratica, un fallimento su tutta la linea! NdO).
L'articolo volge al termine e, tanto per non lasciare nulla alla libera interpretazione, urge una chiosa di quelle a effetto, con lacrimuccia buonista da bravi evirati italiani, che spinga il lettore ad accettare quanto detto come un felice dato di fatto a cui nulla sia possibile opporre:
Se il futuro è già qui, ed è oggi, quale Italia dobbiamo aspettarci negli anni a venire? Un mercato matrimoniale molto fluido e aperto, innanzitutto, nel quale non ci si interrogherà più sul numero delle coppie miste ma, piuttosto, sulle molteplici forme-famiglia a nostra disposizione. Una Repubblica fondata sul lavoro (quale lavoro? NdO) e, forse, sui matrimoni misti-misti, cioè tra individui migranti appartenenti a due Paesi diversi. Italiani d'adozione ma non d'origine. O, per meglio dire, italiani. E basta. (Italiani -punto- E basta - punto - Squilli di trobe! Il pensiero unico questo è e questo sarà, e basta! oh! e che diamine! uff! Eh cazzo! NdO).
La messa è finita, il Verbo vi è stato dato. Andate pure in pace a fornicare col vostro partner dell'altro emisfero, abortite, divorziate, consumate. E basta.
L'Ostile

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma chi è che ha scritto questo articolo così demenziale??!! E' allucinante!

l'Ostile ha detto...

Tale Gaia Piccardi...si nota difatti un certo patetismo tutto al femminile.

Anonimo ha detto...

Sì, ho visto. L'ho salvato nel mio archivio personale e ne dovrò parlare anch'io nel prossimo intervento. Forse già in serata sarà pronto.